venerdì 20 aprile 2018

Lo stato dell'arte?

Sono alcune settimane che sulla mia home di facebook vedo comparire video più o meno spiritosi di sedicenti maestri che 'dimostrano' incredibili capacità energetiche.
Opportunamente messi alla prova da propri allievi, inscenano una serie di performance difficilmente ascrivibili al regno del tangibile.
Sotto ai medesimi video una prevedibilissima ridda di battute, da parte perlopiù di praticanti di aikido (i post sono di altrettanti aikidoka, eh), derisioni anche giustificatissime di quello che è un evidente spettacolo più vicino alla suggestione indotta pericolosamente, che a un comune embukai, o a una competizione vera e propria.
Ora. Non è mia intenzione cercare di comprendere quello che succede dentro ai video sopracitati (in alcuni casi valeva la pena farlo e l'ho fatto, per la maggior parte no, per amore di Lapalisse).
Sono decisamente più interessato a quello che è il ragionamento che sta dietro a chi i video li posta. E pure, di misura, anche a quello che pensano i vari commentatori di se stessi.
Lo sono per via del numero esponenzialmente crescente di tali video e della regolarità con cui compaiono.
Perché?
Perché, per esempio, non ho mai visto nessuno tra i miei contatti postare il video qui sotto?
Penso, senza tanti fronzoli, che le cose siano affatto correlate, e che tutto ciò vada a consolare il bias di una comunità che sempre di più perde di convinzione nei propri mezzi, nelle proprie capacità tecniche al punto tale che è decisamente più facile concentrarsi su uno spettacolo triste, piuttosto che affrontare la possibilità di essere protagonisti di un altrettanto spettacolo triste.
Che senso ha questo post? Indurre alla riflessione, se possibile, il più possibile, sullo stato della nostra arte, lasciando il corollario dragonballiano all'egotismo di qualcun altro.


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